Gli esiti del metodo Bertelè, oltreché attraverso la misura e valutazione dei parametri clinici di efficacia, sono sottoposti a certificazione attraverso prove oggettive e controlli effettuabili mediante specifica tecnologia.
Saper vedere è un’arte, e saper valutare gli esiti clinici di un’attività riabilitativa è indispensabile per gli odierni protocolli riabilitativi, ma il riscontro scientifico inoppugnabile aggiunge valore oggettivo al protocollo ed il panel di riferimento per il metodo Bertelè è costantemente impegnato nella ricerca di tecniche di riscontro per lo sviluppo di metodiche ed apparecchiature che possano fornire misurazioni oggettive degli esiti dell’applicazione del metodo Bertelè.
Si è già evidenziato il lavoro di collaborazione con un panel di riferimento ed in questo con il professor Gianni Pedrizzetti e il cardiologo Giovanni Tonti. Attraverso questa collaborazione e l’uso di particolari tecniche di quantificazione delle immagini si è riusciti a ricavare da una semplice analisi ecografica, assolutamente non invasiva, informazioni molto dettagliate sulla funzione cardiaca nella sua complessità che, in alcuni casi, possono sostituire esami delicati e complessi come la coronarografia.
Questo lavoro prestigioso ha già ricevuto importantissimi riconoscimenti internazionali, tra cui le dodici copertine di “Nature Reviews Cardiology”, una delle riviste di cardiologia più prestigiose del mondo.
I software da loro creati e contenenti metodologie brevettate rendono visibili con grande chiarezza i vortici che si creano all’interno del cuore e che facilitano il flusso del sangue nella direzione dell’aorta. Per approfondimenti scientifici si rimanda al volume di Arask Kheradvar e Gianni Pedrizzetti, Vortex Formation in the Cardiovascular System, Springer Verlag, London 2012.
Gli straordinari risultati ottenuti analizzando il muscolo cardiaco hanno portato a studiare la possibilità di creare software simili per i muscoli scheletrici.
Per questo lavoro è stato coinvolto uno dei maggiori esperti di ecografia muscolare, il professor Giuseppe Balconi, primario di radiologia all’ospedale San Raffaele di Milano, sede di Turro, e presidente della “Sezione di Ecografia Muscoloscheletrica SIUMB”.
Il nuovo software permetterà di misurare, ad esempio, la deformazione di un muscolo prima e dopo una prestazione atletica, oppure prima e dopo un trattamento fisioterapico, ottenendo valutazioni oggettive e quantitative che potranno convalidare in modo scientifico le procedure Mézières e Bertelè evidenziando l’importanza di un potenziamento muscolare equilibrato per evitare la catena delle compensazioni. Grande importanza avrà anche la possibilità di poter dedurre con valori numerici l’elasticità muscolare di ogni persona o atleta.
I brevetti per esami sui muscoli scheletrici depositati da Laura Bertelè, Carlo Apotolo, Gianni Pedrizzetti e Gianni Tonti a supporto del metodo e del protocollo sviluppato sono i seguenti:

MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO UFFICIO ITALIANO BREVETTI
2013 – Deposito domanda nr. AQ2013A000003 tipologia Invenzioni – Metodo e dispositivo per la valutazione della funzionalità dinamica quantitativa dei muscoli scheletrici.

WIPO PCT (WORLD INTELLECTUAL PROPERTY ORGANIZATION THE INTERNATIONAL PATENT SYSTEM) 2014 – Method and device for estimation of the elastic properties of tissues, particularly muscle tissues

I ricercatori e clinici del panel per il metodo Bertelè (Dottoressa Veronica Vismara e Dottor Antonio Busato) hanno sviluppato una tecnica basata sull’ ecografia muscolare e sull’analisi della deformazione elastica dei muscoli ottenuta dall’elaborazione delle immagini ecografiche con il software riguardante il primo brevetto.
Gli studi sono stati effettuati sull’ organo masticatorio (muscolo massetere) di pazienti affetti da disfunzioni e di pazienti sani.
La tecnica sviluppata consente, mediante tale software, di effettuare una analisi quantitativa della fisiologica attività del massetere nel corso delle attività funzionali (masticazione, deglutizione, fonazione) e delle condizioni patologiche determinate dall’ esercizio traumatico delle funzioni sopra indicate .
Il software permette di evidenziare in maniera chiara come l’attività della muscolatura masticatoria ed in particolare del muscolo massetere sia variabile in base alle caratteristiche strutturali dell’ organo masticatorio (denti, basi ossee, articolazioni temporo-mandibolari). Lo studio ha permesso di dimostrare come la struttura del massetere (capo superficiale 2 unità, capo intermedio, capo profondo 3 unità) consenta di variare in continuo il guadagno meccanico ( braccio resistenza / braccio potenza ) della leva di terzo genere, costituita dalla mandibola e dalla mascella, mediante la selezione, la sincronizzazione o la desincronizzazione della deformazione elastica dei capi che compongono il muscolo stesso.
L’ analisi della attività muscolare mediante tale software permette di verificare la presenza di un “ organo masticatorio traumatico “ reso tale da interventi odontoiatrici comuni come l’applicazione di apparecchi ortodontici, di impianti e protesi, e di dimostrare come la modifica dei denti (numero, forma, volume, orientamento e posizione) sia in grado di variare l’attività dei muscoli allo scopo di riequilibrare il funzionamento dell’ organo masticatorio.
Una delle applicazioni più interessanti del software consiste nella possibilità di identificare anomalie funzionali tra lato destro e sinistro della muscolatura masticatoria (deglutizione e masticazione monolaterale) che possono determinare anomalie funzionali a carico della catena muscolare posteriore determinando la comparsa di patologie algiche, strutturali e posturali a carico del collo e della schiena.
Per le stesse ragioni il software consente di ottimizzare i dispositivi medici notturni (modulatori della deformazione elastica muscolare: MDEM ) allo scopo di trattare efficacemente il bruxismo (desincronizzazione della deformazione elastica) e la deglutizione traumatica notturna (sincronizzazione della deformazione elastica, simmetria lato destro e sinistro).
Parallelamente è stata conclusa una ricerca (Laura Bertelè, Veronica Vismara, Antonio Busato), iniziata una decina di anni fa su 120 ragazzi con scoliosi: dall’enorme massa di dati è scaturito che la totalità dei ragazzi (50% in trattamento ortodontico 50% come campione di controllo) mostravano una organizzazione strutturale delle arcate dentali comune e caratterizzata dall’ appiattimento delle curve di compensazione (Wilson e Spee). Tale architettura dentale è caratterizzata, per il 100% dei 120 casi analizzati (percentuale straordinaria in una ricerca in medicina), da un orientamento delle superfici masticatorie parallelo all’orizzonte. Ciò favorisce l’instaurarsi di una masticazione sagittale centrica e spesso monolaterale incompatibile con l’ attività masticatoria (bilaterale ed eccentrica) di un onnivoro come l’essere umano.
Ad oggi il software per l’analisi della deformazione elastica dell’attività muscolare consente di dimostrare unitamente ad altri test biomeccanici (analisi dei boli artificiali , mappatura delle arcate dentali ed impiego degli MDEM notturni e diurni che l’appiattimento delle curve di compensazione delle arcate dentali introducono vincoli di movimento in grado di alterare le funzioni dell’organo masticatorio e in conseguenza di ciò dell’intero apparato muscolo-scheletrico (alterazioni posturali, sindromi dolorose, etc ).
Per tutti gli altri muscoli scheletrici abbiamo già descritto le possibilità, consentita dal software relativo al primo brevetto, di calcolare le deformazioni dei muscoli e, con il secondo brevetto si renderà possibile la misura precisa della pressione muscolare esercitata su una specifica sonda.
La relazione fra deformazione e pressione esercitata consente di ottenere valori relativi all’elasticità dei muscoli scheletrici.
Diventeranno così facilmente misurabili le interrelazioni fra muscoli o le compensazioni dovute a vincoli quali possono essere gli interventi sull’occlusione (apparecchi ortodontici, interventi maxillo-facciali, ecc…).
Potremo controllare con parametri numerici soprattutto nei giovani e giovanissimi l’elasticità dei loro muscoli prima che siano sottoposti a potenziamenti di vario tipo. Un controllo di dati naturali che sono senza dubbio diversi fra giovane e giovane.
Abbiamo già definito l’esame obiettivo come momento essenziale del metodo Mézières-Bertelè, nel contesto di un protocollo che presta grande attenzione alla misura dei risultati ed in prospettiva il progresso scientifico metterà a disposizione apparecchiature in grado di offrirci risposte oggettive che confermino le valutazioni soggettive degli operatori per una validazione sempre più stretta del metodo Bertelè.
Si stanno sempre più diffondendo gli scanner “total body” che potranno indicarci tridimensionalmente e in modo ripetibile le variazioni dimensionali del corpo umano con un’accuratezza sempre maggiore e con una possibilità di confronto con le valutazioni soggettive. La possibilità di paragonare la morfologia del corpo prima e dopo l’applicazione dei trattamenti con grande precisione (ad esempio per quanto riguarda la variazione dell’altezza dell’individuo) permetterà uno sviluppo del protocollo basato sull’oggettività dei dati misurati.
Come abbiamo più volte sottolineato, il nostro principale obiettivo è la prevenzione il più possibile individualizzata per seguire con uno screening sistematico la salute, ad esempio, di ciascun atleta, in particolare i giovani in via di sviluppo, e capire in tempo reale se il metodo di preparazione e di allenamento seguito è adatto alle sue esigenze: un corpo muscolarmente equilibrato può, infatti, risparmiare importanti energie, avere benefici anche dal punto di vista cardiaco ed evitare danni futuri.