1. BILANCIO MEDICO FISIATRICO – PROTOCOLLO

Il protocollo coinvolge la visita fisiatrica che viene eseguita dallo specialista per le persone che presentano problemi patologici ed è indispensabile per le patologie più gravi.

Il bilancio prevede un’anamnesi approfondita della storia clinica del soggetto e del motivo che conduce il paziente alla visita. Se il paziente è un minore, il bilancio viene sviluppato con i genitori approfondendo anche il periodo pre e post natale. L’anamnesi famigliare viene spesso allargata alla famiglia dei genitori (nonni e zii del soggetto) per indagare eventuali predisposizioni e terreni patologici specie per l’aspetto immunologico.

Di particolare importanza è l’iter lavorativo e sportivo del paziente come fattori predisponenti ad attitudini scorrette e scatenanti patologie posturali.

Vengono anche valutati tutti gli esami clinici (ematochimici, Rx-grafici, Risonanze magnetiche, tomografie assiali, ecografie, elettromiografie, potenziali evocati, esame audiologici, altri) eseguiti sul soggetto.

Alla raccolta dell’anamnesi segue l’esame obiettivo secondo la metodica Mézières-Bertelè in cui il medico raccoglie le misurazioni seguenti:

  1. Con paziente in piedi
  • Con filo a piombo e metro a nastro, misurazione sul piano sagittale del soggetto (quantificazione delle lordosi cervico-lombare) misurazione di strapiombo all’interglutea e all’intercalcaneare
  • Con il goniometro: i gradi di rotazione della cintura scapolare e del bacino
  • Con metro a nastro e livella, paziente flesso a 90° in avanti, con arti superiori e capo rilasciati: misurazione dei gibbi e distanza delle dita delle mani dal suolo (indice indiretto dell’elasticità dei dorsali)
  1. Con paziente supino:
  • Misurazione con goniometro di:
  • Rotazione cintura scapolare e pelvica
  • Scoliosi dorso-lombare
  • Gradi di articolarità dei diversi segmenti corporei. Inclinazione o rotazione del capo e del collo, mobilità dell’articolazione coxofemorale (flessione, intra – extra rotazione con anca flessa; intra – extra rotazione con anca estesa). Ginocchio: eventuali deficit in estensione, flessione; mobilità della tibiotarsica (inversione, eversione, ab-adduzione, flessione plantare e dorsale); postura del piede in scarico (intra – extra rotazione, supinazione, pronazione, valgismo e varismo delle dita).

Nelle problematiche neurologiche vengono misurati i gradi di movimento attivo e passivo di tutte le articolazioni con particolare riguardo ai segmenti corporei più interessati dalla patologia (mobilità di spalle, gomiti, polsi, mani, anche, ginocchia, caviglie, piedi).

  • Esame neurologico (riflessi; sensibilità tattile; dolorifica; somatognosica; forza muscolare)
  • Prove vestibolari con paziente seduto o in piedi.

In patologie specifiche si integra il bilancio con:

  • Esame delle ginocchia (ballottamento rotuleo, valutazione funzionale dei legamenti e dei menischi)
  • Misurazione con metro a nastro morbido delle circonferenze dei vari segmenti per monitorare iper-ipotrofie, iper-ipoplasie, edemi, mobilità del torace nella respirazione.

Test di screening:

  • Test delle catene anteriori: con soggetto supino, a) occhi chiusi e bocca aperta, si testano i rotatori degli arti inferiori, si ritestano b) con gli occhi aperti che guardano a 3-4 metri, c) con occhi che fissano un oggetto a 20-30 cm, d) con la bocca chiusa, denti a contatto, e) dopo la deglutizione con la lingua in posizione corretta e, dopo un’altra deglutizione, f) con la lingua nella posizione naturale del soggetto.

Da questo test chinesiologico si deduce la possibilità di interferenze sul tono muscolare della catena posteriore da parte della vista, dell’occlusione e della deglutizione.

  • Se dai test emerge la possibilità di un’interferenza da parte della vista si eseguono i test specifici: cover test, test dell’inseguimento, test di Maddox. Se fosse confermata una problematica oculomotoria si invia il soggetto allo specialista oftalmologo.
  • Se l’interferenza possibile fosse da parte dell’apparato masticatorio si inseriscono altri parametri nel test delle catene anteriori (spostamenti della mandibola) e si esegue come conferma il test della marcia di Nahmani (si fa marciare il soggetto sul posto prima a occhi chiusi, a bocca aperta poi a bocca chiusa) se anche questo test fosse positivo si invia il soggetto dallo specialista.

Si possono fornire al paziente questionari per indagare lo stato psico-fisico del soggetto (v. questionari dell’OMS SF36 o SF12 sulla qualità della vita). Questi questionari devono essere completati direttamente dal soggetto, maggiorenne e offrono la possibilità di “quantificare” l’eventuale miglioramento della qualità della vita apportato dalla terapia.

Tutte queste misurazioni vengono riportate ad ogni visita su una cartella prestampata comune a tutti i medici che applicano il protocollo, in modo di monitorare l’andamento della patologia e verificare l’efficacia dei trattamenti eseguiti dai terapisti.

Alla fine del bilancio il medico prescrive eventuali esami ulteriori per chiarire la diagnosi specie in situazioni complesse e imposta il programma terapeutico per i terapisti. Il medico comunica direttamente all’operatore sanitario le conclusioni diagnostiche e il programma terapeutico: numero e frequenza delle sedute specificando se a uno, due o più terapisti.

 

  1. PROTOCOLLO PER L’EFFETTUAZIONE DELLE CURE

L’operatore sanitario deve attenersi al programma terapeutico ricevuto da parte del medico specialista. Durante la prima seduta deve compilare la scheda paziente, fare l’esame obiettivo ed eseguire le fotografie, far firmare il consenso informato dopo aver presentato il programma terapeutico in dettaglio.

Ad ogni seduta deve prender nota su scheda prestampata comune a tutti gli operatori sanitari (che viene presentata durante la formazione) di tutte le osservazioni che riguardano il cambiamento posturale del paziente, le manovre eseguite durante la seduta stessa, le sensazioni o i sintomi riportati dalla persona.

In altre parole, l’operatore sanitario, deve compilare un diario sull’evoluzione del programma terapeutico. In occasione delle visite di controllo invia un resoconto di questo diario al medico specialista che risponde con un aggiornamento delle osservazioni cliniche e del programma terapeutico.

L’operatore sanitario può prendere in carico direttamente situazioni semplici (contratture, cervicalgie, scoliosi medio lievi, periartriti spalla e anche, epicondiliti, tendiniti, etc.). Qualora entro un massimo di dieci sedute i sintomi non si risolvessero, deve inviare il paziente al medico specialista, unitamente alla scheda dell’esame obiettivo compilata, alle fotografie e alla relazione sul percorso terapeutico compiuto.

Quando le sedute sono a più operatori è d’obbligo che ci sia, come capo-studio, un operatore sanitario qualificato che conduca la seduta tecnicamente, ne sia responsabile e curi anche la relazione con il paziente. Il capo-studio può avvalersi dell’aiuto di armonizzatori muscolari che, collaborando, devono attenersi scrupolosamente alle indicazioni e prescrizioni ricevute dal capo-studio.

uomo

Test di screening:

1) Test delle catene anteriori: con soggetto supino, a) occhi chiusi e bocca aperta, si testano i rotatori degli arti inferiori, si ritestano b) con gli occhi aperti che guardano a 3-4 metri, c) con occhi che fissano un oggetto a 20-30 cm, d) con la bocca chiusa, denti a contatto, e) dopo la deglutizione con la lingua in posizione corretta e, dopo un’altra deglutizione, f) con la lingua nella posizione naturale del soggetto.
Da questo test chinesiologico si deduce la possibilità di interferenze sul tono muscolare della catena posteriore da parte della vista, dell’occlusione e della deglutizione.
2) Se dai test emerge la possibilità di un’interferenza da parte della vista si eseguono i test specifici: cover test, test dell’inseguimento, test di Maddox. Se fosse confermata una problematica oculomotoria si invia il soggetto allo specialista oftalmologo.
3) Se l’interferenza possibile fosse da parte dell’apparato masticatorio si inseriscono altri parametri nel test delle catene anteriori (spostamenti della mandibola) e si esegue come conferma il test della marcia di Nahmani (si fa marciare il soggetto sul posto prima a occhi chiusi, a bocca aperta poi a bocca chiusa) se anche questo test fosse positivo si invia il soggetto dallo specialista.

Si possono fornire al paziente questionari per indagare lo stato psico-fisico del soggetto (v. questionari dell’OMS SF36 o SF12 sulla qualità della vita). Questi questionari devono essere completati direttamente dal soggetto, maggiorenne e offrono la possibilità di “quantificare” l’eventuale miglioramento della qualità della vita apportato dalla terapia.
Tutte queste misurazioni vengono riportate ad ogni visita su una cartella prestampata comune a tutti i medici che applicano il protocollo, in modo di monitorare l’andamento della patologia e verificare l’efficacia dei trattamenti eseguiti dai terapisti.
Alla fine del bilancio il medico prescrive eventuali esami ulteriori per chiarire la diagnosi specie in situazioni complesse e imposta il programma terapeutico per i terapisti. Il medico comunica direttamente all’operatore sanitario le conclusioni diagnostiche e il programma terapeutico: numero e frequenza delle sedute specificando se a uno, due o più terapisti.

B) PROTOCOLLO PER L’EFFETTUAZIONE DELLE CURE
L’operatore sanitario deve attenersi al programma terapeutico ricevuto da parte del medico specialista. Durante la prima seduta deve compilare la scheda paziente, fare l’esame obiettivo ed eseguire le fotografie, far firmare il consenso informato dopo aver presentato il programma terapeutico in dettaglio.
Ad ogni seduta deve prender nota su scheda prestampata comune a tutti gli operatori sanitari (che viene presentata durante la formazione) di tutte le osservazioni che riguardano il cambiamento posturale del paziente, le manovre eseguite durante la seduta stessa, le sensazioni o i sintomi riportati dalla persona.
In altre parole, l’operatore sanitario, deve compilare un diario sull’evoluzione del programma terapeutico. In occasione delle visite di controllo invia un resoconto di questo diario al medico specialista che risponde con un aggiornamento delle osservazioni cliniche e del programma terapeutico.
L’operatore sanitario può prendere in carico direttamente situazioni semplici (contratture, cervicalgie, scoliosi medio lievi, periartriti spalla e anche, epicondiliti, tendiniti, etc.). Qualora entro un massimo di dieci sedute i sintomi non si risolvessero, deve inviare il paziente al medico specialista, unitamente alla scheda dell’esame obiettivo compilata, alle fotografie e alla relazione sul percorso terapeutico compiuto.
Quando le sedute sono a più operatori è d’obbligo che ci sia, come capo-studio, un operatore sanitario qualificato che conduca la seduta tecnicamente, ne sia responsabile e curi anche la relazione con il paziente. Il capo-studio può avvalersi dell’aiuto di armonizzatori muscolari che, collaborando, devono attenersi scrupolosamente alle indicazioni e prescrizioni ricevute dal capo-studio.

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