Se anche avessi - Baldini & Castoldi, 2000

Ogni sofferenza è la manifestazione di una persona unica. Perciò Laura Bertelè, che di mestiere fa il medico, ci insegna a diffidare delle terapie prefabbricate, buone per tutto e per tutti: non è chi soffre che deve adattarsi al medico, ma è il medico che deve adattarsi al malato. Al malato non serve una medico che lo incaselli in una malattia: al malato serve qualcuno che lo aiuti a cogliere le ragioni profonde del suo essere malato.
In questo suo secondo, attesissimo libro, Laura Bertelè torna a raccontarci la sua esperienza di medico che lavora sul corpo, ma soprattutto di medico disposto a mettere in discussione le proprie insicurezze e i propri metodi di fronte alle domande sempre nuove, sempre diverse, di chi soffre. Insomma, un “medico che sa ascoltare”, perché dolore e malattia sono segno della sofferenza del nostro essere. E imparare a decodificare questi messaggi significa intraprendere il cammino che ci potrà portare a ritrovare la sintonia fra corpo, cuore e mente.
In queste pagine, appassionate e coinvolgenti, ma soprattutto istruttive, troverete tante testimonianze su come la malattia non sia solamente qualcosa da curare, ma possa diventare occasione di crescita e di rinascita. Per noi stessi e per chi ci sta vicino.

Dopo il grande successo de Il tuo corpo ti parla, Laura Bertelè torna a parlarci del nostro organismo e dei segnali che invia. Segnali importanti, “perché il linguaggio del corpo ci spiega soprattutto il senso della vita, aiutandoci a trovare o a ritrovare il cammino evolutivo che dobbiamo compiere. Con la sua voce fatta di dolori, contratture, incidenti solo in apparenza casuali, il nostro corpo sussurra, dice, a volte grida. E se siamo sordi al suo richiamo, urla in modo anche tragico il nostro malessere profondo”. Ascoltiamo dunque i messaggi del nostro corpo, perché se la malattia è mancanza di amore verso di sé o verso gli altri, guarire è accompagnare e ascoltare.